Domenica mattina, approfittando della bella giornata (finalmente e’ uscito il sole!) e dell’iniziativa che ha visto numerosi concessionari aperti nel weekend, ho deciso di spendere due orette per avere un preventivo per un’auto nuova. Eh si’, dopo 264000 km la mia Focus chiede pace ed e’ arrivato il momento di prendere una nuova autovettura. Ho piu’ o meno le idee chiare su cio’ che voglio; in realta’ oscillo tra due modelli della stessa Casa, non so decidere su alcuni parametri… una va meglio per un aspetto, l’altra risulta piu’ adatta per un altro.
Fatta una breve ricerca in rete, trovo un concessionario autorizzato della marca XYZ, molto conosciuto in citta’ e aperto, appunto, di domenica. E allora via, alla ricerca della nuova auto! Edificio grande, insegna professionale, ampio parcheggio all’ingresso (meglio della festa delle medie!): trovo posto, mi fermo ed entro speranzoso. In fondo, con la crisi che c’e’, aver voglia di comprare un’auto nuova e’ segno di coraggio. Il mio ottimismo viene raffreddato immediatamente: niente banda, niente tappeto rosso, neppure un “buongiorno!” all’ingresso. Cammino tra le auto esposte finche’ non incrocio lo sguardo di un addetto vendite, impegnato al computer. Ci salutiamo cordialmente e gli spiego immediatamente la mia esigenza. Mi sembra di essere dallo psicologo: mi sta facendo un favore, e’ evidente, mi sta aiutando e devo essergli grato. Il fatto che gli debba lasciare parecchie miglieia di euro e che lui viva di questo lavoro sembra marginale.
Pensieri inutili: ormai comprare la macchina e’ l’obiettivo inderogabile, scegliere il modello e’ una delle opzioni del risultato finale, che sara’ comunque avere l’auto nuova possibilmente entro fine mese. Ingenuamente speravo di trovare un venditore INTERESSATO A VENDERE (magari convincendomi a prendere il modello piu’ costoso!) e dunque propenso capire i miei bisogni (per soddisfarli), a consigliarmi (magari facendomi provare i due modelli!)… insomma determinato a non farmi uscire dall’autosalone senza avermi convinto che lui era il migliore per risolvere il mio problema.
Invece no.
Per il primo modello, quello piu’ economico, mi ha fatto un preventivo frettoloso, mettendo sopra un po’ di accessori a casaccio (ma il kit fumatori chi gliel’ha chiesto?) e senza neppure chiedermi quale colore desiderassi (ad esempio, ha messo un nero metallizzato, mentre io adoro il bianco ghiaccio, peraltro piu’ economico!). Gli chiedo dunque un preventivo sul modello di categoria superiore: anche qui e’ di una approssimazione incredibile. Pur nella sua gentilezza, cortesia e competenza (a domanda risponde con grande precisione) non sta risolvendo il mio problema (scegliere la macchina che fa al caso mio!) ne’ il suo (vendere macchine!). Anzi, sta trasformando un acquirente tutt’altro che potenziale (anzi decisamente concreto!) in un apatico e annoiato visitatore di autosaloni.
L’autosalone era vuoto, per giunta, come ho gia’ scritto, uno di quelli enormi fuori citta’, ovvero di quelli che visiti solo se ne hai voglia, non ci capiti certo per caso (specie di domenica mattina). Vista la crisi, i cali delle vendite eccetera eccetera mi sarei aspettato un trattamento diverso. Io ero la’ pronto, deciso e determinato ad acquistare una nuova macchina e sono uscito deluso, quasi demotivato. Se davvero non sapessi che la mia Focus ormai ha un’eta’ in cui qualsiasi pezzo puo’ diventare difettoso, penserei che non vale la pena comprare una macchina nuova, che sarebbe meglio spendere 1500-2000 euro per tirare a nuovo quella che ho.
Poi non dite che c’e’ crisi: proprio in un periodo in cui i soldi vanno spesi con oculatezza (e non si puo’ fare in meno di spenderli) colui che vende dovrebbe dare il meglio di se’ affinche’ l’acquirente trovi cio’ che gli serve, spendendo il giusto e tornando a casa soddisfatto. Che e’ condizione perche’ in futuro si rivolga allo stesso venditore. Questa approssimazione, questa leggerezza, questa poca professionalita’ e’ peggio della crisi che ci raccontano in TV: porta a considerare il venditore della porta accanto come non adeguato a risolvere i bisogni. E, in ultima analisi, a far crescere ulteriormente la crisi.
Intanto io sono ancora qui, soldi in tasca e macchina vecchia, mentre medito seriamente di scartare la XYZ per un’altra che abbia venditori piu’ motivati.