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Huawei K3715 su Mac OS X ma senza Vodafone


Questo post doveva intitolarsi “viva la mamma” (la mia, ovviamente!), ma poi ho pensato che fosse meglio facilitare i motori di ricerca con un titolo pertinente.

Quest’anno, in vista delle ferie estive, la mia mamma mi ha regalato una Vodafone Mobile Card (nota anche come K3715 e, internamente all’azienda, E180).

vodafone_k3715.jpg

La chiavetta ha il software in dotazione per Windows e Mac OS X, che comprende device driver e utility di connessione. Per profondo amore verso le proprie SIM, il software fornito da Vodafone si accorge se sulla chiavetta e’ presente una scheda di un altro operatore e, molto gentilmente, offre come unica opzione quella di chiudere l’applicativo. Senza appello. Una rapida ricognizione sui file dell’applicativo mi convincono che non c’e’ molto da fare: quel controllo e’ fatto con parametri hardcoded sul binario e non esiste una via semplice per bypassare il problema.

Decido di non arrendermi, visto anche il valore del regalo. E scopro con piacere che la configurazione su Mac e’ davvero banale. Ecco gli step da eseguire:

1) installare driver e applicazione forniti con la chiavetta. Nella confezione non e’ presente alcun CD di installazione, ma il software necessario e’ presente all’interno della chiavetta stessa, che viene riconosciuta e montata come unita’ di storage USB

2) dimenticarsi del software Vodafone Mobile Connect (!)

3) aprire le impostazioni di rete nelle preferenze di sistema. Selezionare la scheda di rete HUAWEI MOBILE.

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4) selezionare le impostazioni avanzate (pulsante in basso a destra) ed sul pannello selezionare il modem vendor GENERIC, modello GPRS (GSM/3G) e l’APN dell’operatore in uso (nel mio caso, Telecom Italia Mobile, che ha APN ibox.tim.it)

huawei_2.png

5) chiudere le impostazioni avanzate e indicare come numero di telefono *99#

A questo punto la connessione attraverso la scheda Huawei K3715 e’ pronta ed attivabile dal pannello preferenze o, piu’ comodamente, dall’icona nella menubar:

huawei_3.png

Buon Ferragosto!

Avrai…

avrai.jpg

Avrai sorrisi sul tuo viso come ad agosto grilli e stelle
storie fotografate dentro un album rilegato in pelle
tuoni d’aerei supersonici che fanno alzar la testa
e il buio all’alba che si fa d’argento alla finestra

Avrai un telefono vicino che vuol dire già aspettare
schiuma di cavalloni pazzi che s’inseguono nel mare
e pantaloni bianchi da tirare fuori che è già estate
un treno per l’America senza fermate

Avrai due lacrime più dolci da seccare
un sole che si uccide e pescatori di telline
e neve di montagne e pioggia di colline
avrai un legnetto di cremino da succhiare
avrai una donna acerba e un giovane dolore
viali di foglie in fiamme ad incendiarti il cuore
avrai una sedia per posarti ore
vuote come uova di cioccolato
ed un amico che ti avrà deluso tradito ingannato

Avrai avrai avrai
il tuo tempo per andar lontano
camminerai dimenticando
ti fermerai sognando
avrai avrai avrai
la stessa mia triste speranza
e sentirai di non avere amato mai abbastanza
se amore amore avrai

Avrai parole nuove da cercare quando viene sera
e cento ponti da passare e far suonare la ringhiera
la prima sigaretta che ti fuma in bocca un po’ di tosse
Natale di agrifoglio e candeline rosse
avrai un lavoro da sudare
mattini fradici di brividi e rugiada
giochi elettronici e sassi per la strada
avrai ricordi di ombrelli e chiavi da scordare

Avrai carezze per parlare con i cani
e sarà sempre di domenica domani
e avrai discorsi chiusi dentro mani
che frugano le tasche della vita
ed una radio per sentire che la guerra è finita

Avrai avrai avrai
il tuo tempo per andar lontano
camminerai dimenticando ti fermerai sognando
avrai avrai avrai
la stessa mia triste speranza
e sentirai di non avere amato mai abbastanza
se amore amore amore avrai…

(C. Baglioni)

E poi non dite che c’e’ crisi!

Domenica mattina, approfittando della bella giornata (finalmente e’ uscito il sole!) e dell’iniziativa che ha visto numerosi concessionari aperti nel weekend, ho deciso di spendere due orette per avere un preventivo per un’auto nuova. Eh si’, dopo 264000 km la mia Focus chiede pace ed e’ arrivato il momento di prendere una nuova autovettura. Ho piu’ o meno le idee chiare su cio’ che voglio; in realta’ oscillo tra due modelli della stessa Casa, non so decidere su alcuni parametri… una va meglio per un aspetto, l’altra risulta piu’ adatta per un altro.

Fatta una breve ricerca in rete, trovo un concessionario autorizzato della marca XYZ, molto conosciuto in citta’ e aperto, appunto, di domenica. E allora via, alla ricerca della nuova auto! Edificio grande, insegna professionale, ampio parcheggio all’ingresso (meglio della festa delle medie!): trovo posto, mi fermo ed entro speranzoso. In fondo, con la crisi che c’e’, aver voglia di comprare un’auto nuova e’ segno di coraggio. Il mio ottimismo viene raffreddato immediatamente: niente banda, niente tappeto rosso, neppure un “buongiorno!” all’ingresso. Cammino tra le auto esposte finche’ non incrocio lo sguardo di un addetto vendite, impegnato al computer. Ci salutiamo cordialmente e gli spiego immediatamente la mia esigenza. Mi sembra di essere dallo psicologo: mi sta facendo un favore, e’ evidente, mi sta aiutando e devo essergli grato. Il fatto che gli debba lasciare parecchie miglieia di euro e che lui viva di questo lavoro sembra marginale.

Pensieri inutili: ormai comprare la macchina e’ l’obiettivo inderogabile, scegliere il modello e’ una delle opzioni del risultato finale, che sara’ comunque avere l’auto nuova possibilmente entro fine mese. Ingenuamente speravo di trovare un venditore INTERESSATO A VENDERE (magari convincendomi a prendere il modello piu’ costoso!) e dunque propenso capire i miei bisogni (per soddisfarli), a consigliarmi (magari facendomi provare i due modelli!)… insomma determinato a non farmi uscire dall’autosalone senza avermi convinto che lui era il migliore per risolvere il mio problema.

Invece no.

Per il primo modello, quello piu’ economico, mi ha fatto un preventivo frettoloso, mettendo sopra un po’ di accessori a casaccio (ma il kit fumatori chi gliel’ha chiesto?) e senza neppure chiedermi quale colore desiderassi (ad esempio, ha messo un nero metallizzato, mentre io adoro il bianco ghiaccio, peraltro piu’ economico!). Gli chiedo dunque un preventivo sul modello di categoria superiore: anche qui e’ di una approssimazione incredibile. Pur nella sua gentilezza, cortesia e competenza (a domanda risponde con grande precisione) non sta risolvendo il mio problema (scegliere la macchina che fa al caso mio!) ne’ il suo (vendere macchine!). Anzi, sta trasformando un acquirente tutt’altro che potenziale (anzi decisamente concreto!) in un apatico e annoiato visitatore di autosaloni.

L’autosalone era vuoto, per giunta, come ho gia’ scritto, uno di quelli enormi fuori citta’, ovvero di quelli che visiti solo se ne hai voglia, non ci capiti certo per caso (specie di domenica mattina). Vista la crisi, i cali delle vendite eccetera eccetera mi sarei aspettato un trattamento diverso. Io ero la’ pronto, deciso e determinato ad acquistare una nuova macchina e sono uscito deluso, quasi demotivato. Se davvero non sapessi che la mia Focus ormai ha un’eta’ in cui qualsiasi pezzo puo’ diventare difettoso, penserei che non vale la pena comprare una macchina nuova, che sarebbe meglio spendere 1500-2000 euro per tirare a nuovo quella che ho.

Poi non dite che c’e’ crisi: proprio in un periodo in cui i soldi vanno spesi con oculatezza (e non si puo’ fare in meno di spenderli) colui che vende dovrebbe dare il meglio di se’ affinche’ l’acquirente trovi cio’ che gli serve, spendendo il giusto e tornando a casa soddisfatto. Che e’ condizione perche’ in futuro si rivolga allo stesso venditore. Questa approssimazione, questa leggerezza, questa poca professionalita’ e’ peggio della crisi che ci raccontano in TV: porta a considerare il venditore della porta accanto come non adeguato a risolvere i bisogni. E, in ultima analisi, a far crescere ulteriormente la crisi.

Intanto io sono ancora qui, soldi in tasca e macchina vecchia, mentre medito seriamente di scartare la XYZ per un’altra che abbia venditori piu’ motivati.