“… cosi’ un’altra macchina Windows se ne va… ”
“… cosi’ un’altra macchina Windows se ne va… ”
Vi ricordate il commento di quel simpaticone che mi chiamava “merdavax”? MANNAGGIA! Google l’ha indicizzato (anzi, ha indicizzato la mia risposta….)! E cosi’ suggerisce che “Forse cercavi: gerdavax”. ACCIDENTI! 🙁
… mi sentivo osservato da questo cagnetto:
Un mito. Da guardare per intero:
Il mio caro amico Davide dice che io tratto le macchine come esseri viventi, come se pensassi che i dispositivi elettronici fossero “vivi” e dunque dovessero essere trattati con rispetto. Non so se Davide esageri oppure no, pero’ e’ vero che tratto bene gli oggetti (per quanto non ne sia geloso – o mi sforzi di non esserlo – e sia disponibile a prestarli quando qualcuno me li chiede), perche’ voglio che durino, perche’ mi sono costati sacrificio, perche’ ci lavoro e dunque un malfunzionamento significa perdere dati, perdere tempo etc etc etc…
Tra le macchine a cui sono piu’ affezionato ci sono i miei portatili. Essendo fondamentalmente nomade (!), ho abbandonato da molti anni i desktop (e anche il serverino domestico ha le ruote, non si sa mai!), riponendo tutte le mie sostanza informatiche in alcuni portatili. Nel 1999 ho comprato un Compaq Presario, che, a parte il lettore CD guastatosi subito dopo la scadenza della garanzia, funziona ancora perfettamente. Lento come pochi computer nell’universo moderno, funziona comunque a perfezione, sia lato software che lato hardware. Nel 2003 ho acquistato un economicissimo Toshiba Satellite 1400: fino allo scorso anno era la mia “macchina quotidiana”, accesa tutti i giorni dalle 8 alle 14 ore di fila, in viaggio da un continente all’altro. Mai un problema, mai una rottura, sempre perfetto. Nel 2004 ho acquistato un Acer Travelmate 803: doveva essere la “belva” del laboratorio domestico, con schermo 1400×1050, RAM a valanghe, Bluetooth, WiFi, smartcard (occhio: non memory card!). E doveva essere un portatile “atipico”, cioe’ destinato ad essere un vero desktop replacement e, dunque, ad uscire molto raramente di casa. E avevo le mie ragioni: perche’ rischiare di danneggiare 2500 euro di portatile sballottandolo di qua e di la’? Curato, seguito, spolverato… E si’ che qualcuno mi disse: “occhio Ste, gli Acer hanno una meccanica schifosa” (vero Andrea? vero Piero?). Ma io, certo del trattamento principesco riservato alle mie macchine, ho lasciato perdere l’avviso. Sono stato un cretino. Malgrado tutte le cautele del caso, il mio caro (in tutti i sensi) Travelmate scricchiola fastidiosamente (bastano i polsi alla base della tastiera), scalda come una stufa in ghisa e soprattutto… ora ha la base del monitor spaccata:
Non si tratta della tipica spaccatura “da sforzo” (forse da pigrizia), la plastica si sta sbriciolando da se’. Sara’ la vecchiaia della plastica? Sara’ il calore alla base del monitor? Non so. Se, come spero, dopo l’estate prendero’ una nuova macchina, e’ sicuro che non sara’ un Acer, a meno che qualcuno non mi dimostri che la meccanica di queste macchine e’ sensibilmente migliorata.
Non ho chiamato l’assistenza Acer, perche’ volevo evitare di sentire frasi del tipo “forse ha aperto violentemente il monitor oppure ha urtato qualcosa durante il trasporto”… provate a spiegarlo a quello del callcenter che il mio portatile viaggia piu’ comodo che su una Bentley! Duemilacinquecento euro di portatile rotto. Mi chiedo a questo punto: e’ possibile che non si siano resi conto di avere plastiche di scarsa qualita’? Steve, fai presto con i nuovi MacBook…
Non credo servano commenti…
Magari a molti non piacera’, ma per me la plancia della nuova Ford Mondeo e’ proprio bella:
Ho appena ricevuto un’email di invito ad un fantomatico evento mezzo-mondano; l’oggetto del messaggio non e’ importante, ma mi ha incuriosito la signature alla fine del testo:
Due domande:
Cavoli con queste credenziali posso stare davvero tranquillo. Comunque, nel dubbio, prendo due o tre zampe di rana, fanno sempre bene (sicuramente piu’ efficaci di quell’antivirus!)…
In un’epoca in cui tutto e’ reato (o quasi, dipende da chi lo commette), sono felice di aver conosciuto Napster, iMesh e altri gingilli simili quando ancora nessuno sapeva a cosa servissero. Non sono mai stato grande sharer ne’ grande downloader, piu’ per pigrizia che per rettitudine morale. In fondo sono sempre stato convinto che fosse davvero bello poter dire: “ehi, te la ricordi quella canzone? si si… aspetta, ora la cerco…” e via ad ascoltarla per una sera. Poi il fenomeno e’ diventato di massa, Napstep e’ stato messo al forno. Poi sono arrivati Kazaa, Gnutella, i vari muli… e poi le major… e poi i controlli… poi la legge Urbani… poi le manette per molta gente… Il vero peccato non e’ non poter scaricare gli hit di Sanremo 2007, ma piuttosto non poter piu’ trovare quei brani introvabili neppure a pagarli oro. Ci sono pezzi che non sono piu’ in commercio (perche’ non e’ conveniente metterli in vendita) e che solo pochi appassionati conservano. Senza condivisione queste opere sono perse: chi le vuole non puo’ acquistarle, chi le ha non puo’ darle ad altri.
Qualcosa sembra stia per cambiare…
Copio e incollo dal blog del caro Marco “Gundam” Cogoni parte di un interessante articolo:
Qualche giorno fa una Commissione della Comunità Europea ha approvato a larghissima maggioranza (23-3) una proposta di legge che rende pienamente legittimo il file sharing di contenuti coperti da diritto d’autore purché questa attività non produca un guadagno illecito. Quindi se ciò che scarico resta in famiglia per il mio uso personale non ho nulla da temere.
Mi sembra una cosa giusta, come ai tempi in cui ci si prestava una cassetta registrata da Sandro Murru al K2… che tempi… che tempi…
Harmonizing icons is a way to simplify access to well-known functionalities and services of computer and devices. The advent of “Web 2.0” brings new icons that are related to social services and distributed resources. The most famous of this new generation of icons is the RSS icon:
You can find this icon on web sites, client software, mobile devices, wherever there is a feed you can subscribe to. Something similar has been proposed for OPML (Outline Processor Markup Language), an XML format for outlines:
Other icons are still on the road. Working on RFID world, I’ve found that an icon to identify tags is still missing. Such an icons could be used as a sticker on real objects to show that it can be read with a suitable reader. Or it could be placed on a web site promoting a place to indicate that resource are tagged. I’ve tried to create an icon for RFID tags, starting from the feeling of RSS and OPML icons. This is my humble proposal for that:
Does anybody like this icon? 🙂