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Trenta raggi


Oggi ho finalmente ricevuto il FreeRunner e ho pensato subito di pubblicare qualche foto, le prime impressioni ma… sono stato distratto, per così dire, da un biglietto verde messo sulla scatola, proprio sopra il telefono:

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Questa è la traduzione del breve frammento del filosofo cinese Laozi:

Trenta raggi convergono sul mozzo,
ma è il foro centrale che rende utile la ruota.
Plasmiamo la creta per formare un recipiente,
ma è il vuoto centrale che rende utile un recipiente.
Ritagliamo porte e finestre nella pareti di una stanza:
sono queste aperture che rendono utile una stanza.

Perciò il pieno ha una sua funzione,
ma l’utilità essenziale appartiene al vuoto.

Ah, ovviamente questo è il FreeRunner:

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Series 40 e Series 60: abbiamo perso la quarta edizione?


Oggi Nokia ha annunciato la Series 60 5th Edition, che introduce la Touch UI sui propri terminali Symbian. Tempo fa ha presentato la Series 40 5th Edition, per il mercato consumer. Curiosità: né la Series 60 né la Series 40 hanno mai avuto una "4th Edition"! Superstizione finlandese? 😀

Quanto alla Series 60 5th, non si vede nessun miglioramento sul runtime JME (mentre l’API C++ si arricchisce della sensoristica, come la bussola integrata e il tap sensor) e sembra proprio un inseguimento dell’iPhone. Un vero peccato che Nokia, malgrado gli enormi capitabili e altrettanto enorme capitale di conoscenza, non presenti qualcosa di realmente innovativo rispetto ai concorrenti. A guardare il nuovo 5800 sembra invece di vedere una specie di iPhone, o una specie di Samsung Omnia, o una specie di Windows Mobile o… che peccato Nokia, che peccato… Che tempi quelli del 7650! 🙁

Gateway Bluetooth-XBee


Da circa un anno sto "giocando" con i moduli MaxStream (ora DiGi) XBee, radiomodem economici operananti in banda ISM (i soliti 2.4GHz di WiFi e Bluetooth) particolarmente efficaci per comunicazioni a corto raggio e a basso consumo.

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I moduli XBee sono ben noti a chi utilizza Arduino, grazie all’XBee Shield che consente di dotare Arduino Diecimila di questa comoda interfaccia wireless.

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Uno dei vantaggi principali di questi moduli è che essi permettono la comunicazione punto-punto o punto-multipunto (cosa non fattibile con i moduli Bluetooth in circolazione) in maniera estremamente rapida, avendo tempi di discovery e di join molti brevi. Alcune versioni inoltre, se equipaggiate con antenne opportune, consentono di coprire oltre 1km in spazio aperto. Apposite interfacce XBee-USB consentono di collegare gli XBee ad un PC e la comunicazione si gestisce attraverso una comune connessione seriale (standard o USB-Serial).

Lavorando con Arduino è facile prendere familiarità con gli XBee e mettere su una piccola rete in grado di connettere tanti dispositivi in modo estremamente rapido. Sembra, però, che ad oggi non esista alcun cellulare che disponga di un modulo simile (o compatibile) a bordo, dunque vien meno la possibilità di avere accesso diretto a questo tipo di rete direttamente da device mobile.

Poiché sia per Bluetooth che per XBee si tratta di connessioni seriali, è facile predisporre un piccolo circuito che svolga le funzioni di gateway tra le due reti: un modulo XBee "standard" e un modulo Bluetooth server (seriale) e le rispettive connessioni seriali incrociate tra loro, un piccolo regolatore di tensione che fornisca l’alimentazione necessaria a far funzionare i due moduli.

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Il primo prototipo è estremamente semplice. Il modulo XBee è montato su un adattatore XBee Simple Board sviluppato dall’italiana Droids, che fornisce un regolatore di tensione a 3.3V e un layout dei PIN compatibile con le breadboard (2.54mm). Il modulo può essere alimentato con una tensione massima di 12V e la tensione di 3.3V in uscita dal regolatore di tensione (con cui è alimentato il modulo XBee) è disponibile per eventuali device esterni, con un assorbimento massimo di circa 300mA (che si riducono a 100mA se si utilizzano moduli XBee Pro). Utilizzando questa tensione, si alimenta un modulo Bluetooth Sena Parani ESD200, ai cui terminali RX-TX sono connessi i terminali TX-RX del modulo XBee.

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Una batteria a 9V e una piccola breadboard completano il circuito, costituito da 4 fili e un connettore di alimentazione.

La modalità di utilizzo è inevitabilmente monodirezionale: il terminale mobile, dotato di client Bluetooth, si connette al modulo Bluetooth del gateway; quest’ultimo, attivata la connessione, dirige il traffico della seriale RFCOMM verso il modulo XBee, che a sua volta lo inoltra sulla rete wireless. Analogamente, i dati ricevuti dal modulo XBee sono inoltrati al modulo Bluetooth che a sua volta li passerà al telefono cellulare. Non è possibile iniziare la comunicazione in direzione opposta, a meno che non si utilizzi un modulo Bluetooth che implementi un client SDP e un software sul device XBee che supporti il protocollo di configurazione dello stesso modulo Bluetooth.

La presenza del modulo Bluetooth è del tutto trasparente per il modulo XBee: sarà dunque possibile configurarlo direttamente dal terminale mobile (che ovviamente dovra’ implementare il protocollo di comunicazione definito da MaxStream).

Il modulo Parani ESD200 prevede quattro modalità operative, che stabiliscono la procedura di connessione e lo stato di visibilità sulla piconet. L’impostazione di default prevede che il modulo non sia discoverable, per cui occorre impostare il MODE3 affinchè il cellulare possa trovarlo e connettersi. Per la configurazione si può sfruttare il gateway così com’è: è sufficiente utilizzare un secondo modulo XBee connesso via USB al PC e impostare il programma di configurazione del Parani affinchè "punti" alla porta seriale virtuale associata all’XBee. Questa possibilità, però rappresenta anche una importante falla di sicurezza di questo progettino: così come il modulo Bluetooth è trasparente per quello XBee, così quest’ultimo lo è per il primo. Un nodo malevolo, dunque, potrebbe mandare al gateway comandi per modificare la configurazione del modulo Bluetooth e renderlo inutilizzabile. Per ovviare a questo problema si potrebbe mettere tra i due moduli un microcontrollore dotato di due porte seriali buffered (ad esempio, un Atmel ATmega162), che filtri il flusso dal modulo XBee a quello Bluetooth, impedendo che a questo giungano comandi di configurazione (se necessaria, la configurazione sarà fatta aprendo una connessione seriale fisica a falle di tale microcontrollore).

Top 1: WOW!


La Divina Commedia è TOP 1 tra le applicazioni gratuite italiane!!! Oltre ogni più rosa aspettativa!!! Grazie a tutti coloro che l’hanno apprezzata e che ci stanno dando tanti suggerimenti brillanti!

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Speed Alert per iPhone


Uno delle nuove caratteristiche dell’iPhone 3G è la presenza di un A-GPS, che consente alle applicazioni, previa autorizzazione dell’utente, di ottenere le informazioni di localizzazione del dispositivo.

L’API messa a disposizione dall’SDK dell’iPhone non dispone di funzioni per leggere la velocità istantanea rilevata dal GPS, ma leggendo periodicamente la posizione corrente e calcolando la distanza dalla posizione precedente tenendo conto dell’intervallo di tempo di lettura, è possibile calcolare una velocità sufficientemente corretta. Rispetto a moduli GPS Bluetooth o a navigatori quali Tom Tom, la precisione e la stabilità sono ancora da migliorare, ma si può iniziare a sperimentare qualche utility di supporto alla guida.

Speed Alert è una applicazione che sfrutta l’A-GPS dell’iPhone per aiutare a rispettare i limiti di velocità: dopo aver impostato il limite della strada che si intende percorrere (ad esempio, 90Km/h su buona parte della SS131!), Speed Alert emette un suono quando il limite è superato per un prefissato intervallo di tempo. È possibile scegliere la velocità limite (in Km/h o Mph), il suono di allarme e l’intervallo di rilevazione.

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Purtroppo dai test che abbiamo eseguito risulta che l’A-GPS dell’iPhone (o, più probabilmente, il firmware che lo gestisce) ha un comportamento piuttosto instabile e dipendente dall’esemplare in uso. La precisione, poi, lascia un po’ a desiderare. La speranza è che il tanto atteso firmware 2.1 migliori stabilità e precisione.

L’applicazione è disponibile sull’App Store nella pagina di Roberto Fraboni. La grafica è stata realizzata con il contributo di Maurizio Terzo.

The day after


Appena pubblicata la Divina Commedia per iPhone, certo non avremmo (io e Roberto, non parlo con plurale maiestatis!!!) pensato di raggiungere la seconda posizione (argento?) nel TOP 25 delle applicazioni gratuite presenti sull’App Store. 🙂 Molto probabilmente tutte le applicazioni raggiungono il podio il giorno della pubblicazione, ma è comunque emozionante essere protagonisti per un giorni! 😀 😀 😀

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Domani (se non già stasera) ci saranno migliaia di e-book reader migliori di questo, ma fa comunque piacere aver scritto una applicazione gradita e scaricata da parecchie persone… e poter dire ai propri nipoti "nonno era la’"!

Nella pagina dedicata alle applicazioni c’è anche lo spazio per le recensioni, molte di queste sono lusinghiere e ringraziamo chi ha scaricato l’applicazione e l’ha apprezzata. Purtroppo l’App Store non offre il "diritto di replica", magari per chiedere spiegazioni per una critica oppure ringraziare chi esprime i propri complimenti.

Tanti chiedono una funzione di ricerca e di selezione rapida dei canti: ci abbiamo pensato, ma alla fine abbiamo ceduto all’idea di pubblicare una versione base che, tempo permettendo, cercheremo di migliorare nelle prossime settimane. Una persona ha segnalato la presenza di numerosi errori: ci spiace, sarebbe molto utile se ci indicasse dove sono, provvederemo subito a risolverli.

La Divina Commedia per iPhone

Una delle caratteristiche più interessanti dell’iPhone è la distribuzione delle applicazioni attraverso l’App Store. Pur essendoci alcuni aspetti criticabili e sicuramente migliorabili, l’App Store facilita e, anzi, incoraggia l’installazione di nuove applicazioni, gratuite e non.

Rispetto ad altre piattaforme mobile, dove il randez-vous tra produttore e cliente è spesso difficoltoso se non impossibile (il produttore deve sapere dove il cliente cerca le applicazioni, il secondo deve scoprire quali siti pubblicano le applicazioni migliori), l’App Store porta la facilità e la rapidità di ricerca e installazione di nuove applicazioni già vista nelle distribuzioni Linux all’interno di una piattaforma mobile.

Dopo aver lavorato alcuni mesi su iPhone per progetti industriali, è finalmente arrivato il momento di provare una applicazione "indipendente", potendosi avvantaggiare dello stesso canale distributivo dei big. Se infatti in ambito commerciale è necessario sottoscrivere onerosi contratti con gli operatori delle reti di telefonia mobile per apparire nei loro cataloghi e accedere ai servizi di pagamento che solo essi, accedendo al credito del cliente, possono mettere a disposizione, con l’iPhone tutti i soggetti, big e non, hanno accesso alla medesima infrastruttura, al medesimo catalogo, ai medesimi clienti.

Con Roberto Fraboni abbiamo scritto un semplice e-book, che consente la lettura della Divina Commedia dantesca, navigando tra cantiche, canti e terzine in pieno stile iPhone. L’applicazione è semplice, ma restituisce il piacere di leggere alcuni dei passi più belli della letteratura universale. Qui di seguito qualche snapshot:

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L’applicazione è gratuita e già disponibile sull’App Store italiano.