C’e’ ancora tanto da fare, ma qualcosa comincia a vedersi:
L’applicazione legge la termperatura del sensore di bordo (AK8976A) e la invia al QuadraServer…
C’e’ ancora tanto da fare, ma qualcosa comincia a vedersi:
L’applicazione legge la termperatura del sensore di bordo (AK8976A) e la invia al QuadraServer…
Dopo tanto iPhone (!), finalmente un po’ di Android. La banda Fraboni Sanna ha preparato il mobile companion Android per Frontiers of Interaction:
Frontiers per Android mostra il programma dell’evento (con una miniatura degli speaker), le gallerie fotografiche delle edizioni passate, il feed RSS delle Twitterate con tag frontiers09 e, il giorno della conferenza, lo stream live audio degli speech.
E’ disponibile il terzo DRAFT del protocollo QuadraSpace su SlideShare e in PDF. L’aggiornamento contiene alcuni dettagli su QuadraGate e QuadraBox, oltre a un nuovo esempio di utilizzo di XPath per descrivere le condizioni sui Trigger.
In attesa di avere un po’ di tempo per descrivere le caratteristiche piu’ importanti del protocollo QuadraSpace, ecco qualche aggiornamento sul progetto:
That’s all, per ora.
Le reti wireless di sensori (Wireless Sensor Networks, WSN) e piu’ in generale l’uso di sensori su dispositivi quali telefoni cellulari, console di gioco e prodotti di domotica e’ sempre piu’ oggetto di studio e sperimentazione, sia in ambito industriale che hobbistico/semi-professionale. Prodotti quali SunSPOT o Arduno (opportunamente carrozzato con moduli di comunicazione e sensori) hanno permesso l’accesso a costi contenuti a questo tipo di tecnologia, consentendo ad una piu’ vasta comunita’ di ricercatori e appassionati di sperimentare idee innovative.
Accanto al potenziamento dell’hardware e al perfezionamento del software che equipaggia questi dispositivi, vi e’ un intenso lavoro di studio e progettazione di protocolli di comunicazione e infrastrutture di rete che consentano di connettere la Internet of Things al resto della Rete. In questo senso, iniziative come Web Of Things mirano alla definizione dei paradigmi che stanno alla base di questa evoluzione di Internet verso gli oggetti fisici.
Lavorando (giocando?) da un po’ di tempo con sensori e moduletti vari, ho iniziato tempo fa a buttare giu’ qualche idea per un protocollo che consentisse la modellazione dei mote e relativi sensori, degli eventi e dei trigger in grado di scatenare azioni automaticamente al verificarsi di certe condizioni. E’ nato cosi’ QuadraSpace, un protocollo HTTP RESTful basato su XML e un insieme di servizi (per ora in fase di definizione) che consentono (consentiranno) di integrare rapidamente singoli sensori o reti di sensori all’interno di applicazioni web e SOA. QuadraSpace nasce come progetto open source e, non appena il protocollo sara’ definito, sara’ aperto alla collaborazione di chiunque sia interessato all’argomento e voglia dare una mano.
Per una descrizione del protocollo e delle idee alla base del progetto vi segnalo la presentazione qui sotto:
Chi fosse interessato a partecipare puo’ scrivere a: info AT quadraspace.org. Aggiornamenti saranno pubblicati su http://www.quadraspace.org.
In attesa che Vodafone lanci il G2, ecco il G1 in vendita sul sito di TIM:
429 Euro non sono pochi, ma le funzionalita’ del telefono e la grande disponibilita’ di applicazioni (nonche’ la ricchissima API, ma questo interessa solo gli sviluppatori!) li valgono tutti (meglio di tanti pseudo-smartphone che hanno runtime di 4 anni fa…)!
In questi giorni si è susseguito in rete il tamtam (ad esempio: link1, link2, link3…) relativo al rilascio di una immagine dell’emulatore di Android basata sulla prossima release Cupcake.
Tra le novità più interessanti dell’imminente nuova release ci sono dei miglioramenti al motore grafico (le finestre hanno transizioni pressoché identiche a quelle dell’iPhone, i pulsanti hanno un effetto lucido molto gradevole), i live folder, la presenza della tastiera software, la localizzazione italiana (e non soo, ovviamente!) e altre che ora mi sfuggono. 🙂
La procedura di configurazione della nuova build descritta sui vari siti prevede il recupero del file
http://nullwire.com/sites/default/files/android_images_sdk1.5.zip
il cui contenuto (ramdisk.img, system.img e userdata.img) va a sovrascrivere gli omonimi file della cartella tools/lib dell’SDK di Android.
Sovrascrivere, però, pone un problema: non si ha più a disposizione la configurazione di sistema dell’SDK ufficiale, di fatto ancora indispensabile per chi sviluppa software da distribuire sull’Android Market (per assicurarsi la compatibilità con la stable version corrente del sistema operativo). La preview della release Cupcake, infatti, non è ancora matura e finché non sarà rilasciata in versione definitiva con relativo SDK è da considerarsi utile sono per sperimentazione.
L’ideale sarebbe poter disporre di due immagini dell’emulatore, una con i file della distribuzione ufficiale (1.0 r2) e una (o più) con le release di sviluppo (attualmente a 1.5).
Predisporre un ambiente con emulatori multipli è piuttosto semplice, occorre infatti:
A questo punto, per avviare l’emulatore utilizzando una build diversa da quella di default è sufficiente aggiungere l’opzione system di esecuzione nel pannello configurazioni del progetto Android su Eclipse, specificando la directory da cui leggere i file immagine di sistema (nel mio caso, l’SDK è installato su Mac OS X nella directory /Users/gerdavax/tools/android-sdk-mac_x86-1.0_r2):
-system /ROOT_ANDROID_SDK/tools/lib/cupcake_images
L’emulatore ora partirà con i nuovi file immagine. Passando da una versione all’altra del sistema operativo può capitare che l’emulatore non parta più (alcune nuove impostazioni sono incompatibili con la versione precedente), per cui può rendersi necessaria la cancellazione dei dati utente (memorizzati nel file .android/SDK-1.0/userdata-qemu.img).
Per ora è sufficiente per sperimentare la nuova build, in attesa di avere il nuovo SDK ufficiale…
Segnalare un libro è sempre un piacere, specie se il libro in questione è scritto da un amico. È dunque con grande piacere che vi presento il libro di Massimiliano Dessì intitolato Spring 2.5 Aspect Oriented Programming e edito da Packt Publishing:
Il libro di Massimiliano, disponibile da questo mese sul sito dell’editore (in formato cartaceo e PDF), spiega in dettaglio come la programmazione orientata agli aspetti possa migliorare la qualità del codice di applicativi Spring in termini di manutenibilità e robustezza. Dalla descrizione del libro:
Developing powerful web applications with clean, manageable code makes the maintenance process much easier. Aspect-Oriented Programming (AOP) is the easiest and quickest way to achieve such results. Spring is the only Java framework to offer AOP features. The combined power of Spring and AOP gives a powerful and flexible platform to develop and maintain feature-rich web applications quickly.
This book will help you to write clean, manageable code for your Java applications quickly, utilizing the combined power of Spring and AOP. You will master the concepts of AOP by developing several real-life AOP-based applications with the Spring Framework, implementing the basic components of Spring AOP: Advice, Joinpoint, Pointcut, and Advisor.
This book will teach you everything you need to know to use AOP with Spring. It starts by explaining the AOP features of Spring and then moves ahead with configuring Spring AOP and using its core classes, with lot of examples. It moves on to explain the AspectJ support in Spring. Then you will develop a three-layered example web application designed with Domain-Driven Design (DDD) and built with Test-Driven Development methodology using the full potential of AOP for security, concurrency, caching, and transactions.
Learn how Aspect-Oriented Programming can support Object-Oriented Programming to solve problems in the implementation phase
Write clean and concise code by implementing concurrency control in cross-cutting functionalities to manage code easily and create applications quickly
Realize a dynamic proxy with JDK, by implementing an interface that manages invocations
Realize the structural behavior of the pattern proxy design pattern by applying the crosscutting concerns of security, logging, and transactionality to specific Joinpoints
Simplify applying Advices through using AspectJ annotations
Develop better applications by handling important functionalities such as transaction management, application logging, exception management, and layout
Learn how the AOP enabled by the Spring Framework and Inversion of Control (IoC), can help you to remove the implementation compromises in applications
Ho avuto l’onore di fare da copy-editor per questo libro, dando una mano a Max nella revisione dei capitoli. È stato un lavoro faticoso (per lui!), ma il risultato è di grande livello. Consiglio a tutti coloro che lavorano su Spring (e non solo) di acquistarlo, sarà sicuramente un valido aiuto nella progettazione e nello sviluppo.
Bravo Max, continua così! Complimenti!
Ieri si è svolta la terza edizione del Java Day di Roma, organizzata da JUG Roma, Java Italian Association e Java Italian Portal. È stata una bellissima giornata, ricca di seminari interessanti e premiata da una vasta partecipazione di pubblico (credo oltre 1400 persone!).
Aule stracolme, con tante persone costrette a stare in piedi:
È stata anche una bella occasione per ricevere gli amici javaroli: Max, Nino, Simone, Matteo, Demis, Antonio, Alessandro, Daniela, Emanuela…
Massimiliano Dessì ha annunciato il suo libro Spring 2.5 Aspect Oriented Programming, pubblicato da Packt Publishing e disponibile da febbraio.
Ho avuto il piacere di presentare a quattro mani (anzi, a due voci) un seminario introduttivo su Android insieme a Riccardo Solimena. Non è stato facile parlare di una belva qual’è Android in 35 minuti, ma speriamo almeno di aver stuzzicato la curiosità dei partecipanti. Le slide sono già disponibili su slideshare per la consultazione online e nella sezione seminari per la lettura offline.
A fine giornata, immancabile il pranzo al Biondo Tevere:
Il piatto sa segnalare è sicuramente il primo: tagliatelle al ragù in cui era sepolto un cannellone DELIZIOSO!
Un ringraziamento speciale va a Mara Marzocchi, Daniela Ruggeri e Ugo Landini, che hanno coordinato brillantemente la realizzazione di questo evento che, credo, sia ormai il più importante dedicato alla tecnologia Java in Italia. Sei tracce parallele, i nomi più conosciuti in Italia su Java e tecnologie correlate, sponsor di primissimo livello: questi sono risultati importanti che meritano ammirazione e gratitudine. Grazie, cari amici, per questo vostro contributo alla nostra community e grazie anche a tutti coloro (taaaaaaaaaaaaanti!) che hanno aiutato a rendere possibile tutto questo.
Al prossimo Java Day!
Parlano di noi:
Dopo questa sconcertante notizia e un caffè siamo pronti per affrontare le meraviglie di Android illustrate dal simapticissimo duo Stefano Sanna e Riccardo Solimena. Android (con cui ho gia fatto amicizia) è la piattaforma aperta di mobile computing sviluppata dalla Open Handset Alliance e sostenuta da Google, basata su Linux e dotato di un ambiente Java ottimizzato e una ricca libreria di classi.
I due ci mostrano come hanno sviluppato una semplice (??) applicazione con il programma dei talk e la mappa per arrivare al javaday, avendo gia sviluppato qualcosina con le API di Google (su windows mobile) sono rimasto sorpreso da quanto sia più facile fare qualunque cosa con l’sdk per Android.
Dunque è vero se iPhone OS è pensato per l’utente finale, Android è fatto per facilitare la vita agli sviluppatori.
Stupore e Meraviglia quando è comparso un G1 connesso via UMTS con una non precisata sim italiana!!
Android: lo sbarco di Google nel pianeta Mobile Internet: uno dei talk più attesi (e più affollati) non ha deluso le aspettative, combinando tanto codice con un’analisi acuta delle potenzialità e delle prospettive di mercato per il sistema targato Google.