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Orecchiette carota e speck


Dopo tante foto scattate a piatti gustati qua e la’, è ora il turno di un primo "sperimentale", fatto di corsa a casa in maniera improvvisata. Sono orecchiette pugliesi con pomodori pachino, carota tritata e speck: nella sua semplicità è davvero deliziosa.

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Forse ho messo poco speck, mi aspettavo un sapore più deciso. L’accoppiata pomodoro-carota (che non avevo mai provato prima) da un sapore molto interessante al condimento, con una punta dolce che ricorda la cipolla ma senza i suoi… effetti collaterali.

Cucchiaino geniale!


Qualche tempo fa ho pigramente e distrattamente avviato una installazione di OpenSolaris su Fusion, per la sola curiosità di vedere il sistema operativo di casa Sun. Come ho scritto, ero abbastanza distratto durante l’installazione (anzi, ero concentrato su altro), ogni tanto buttavo l’occhio sulla finestra della macchina virtuale per vedere che non ci fossero errori o richieste di conferma da parte dell’installer. La procedura di setup fila liscia tranquilla, facendo scorrere sullo schermo (virtuale!) una serie di informazioni che celebrano il sistema operativo, accompagnate da immagini ad effetto. Una di queste mi ha colpito e la trovate qui sotto:

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Non ricordo in quale contesto fosse presentata né ho idea di chi possa essere il designer che ha creato questo cucchiaino, ma di sicuro è geniale!

Bonta’ di casa


Dopo tante foto di ristoranti, è arrivato il momento di rendere omaggio alla cucina di casa, nel vero senso della parola. Le vacanze (si fa per dire) di Pasqua sono l’occasione. Toccata e fuga sull’Isola, giusto il tempo di scambiarsi gli auguri e… gustare le prelibatezze introvabili altrove. Purtroppo il mio telefonino s’è scaricato e ho dovuto affidarmi ad un Samsung di fortuna con fotocamera VGA, troppo povera per rendere giustizia alla Burrida a sa casteddaia:

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(gattuccio condito con salsa di noci, fegatini e buon aceto), alle frittelline di asparagi selvatici:

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e al primo quarto di proceddu appena tagliato:

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Raddoppio il giorno dopo a gustare la pasta ai ricci di mia suocera, troppo buona perchè una foto possa renderle onore, ma soprattutto troppo distratto io dal profumo per ricordarmi di prendere la macchina fotografica prima che fosse finita…

Indicazioni al semaforo

A grande richiesta (ma quando mai!), tornano i post gastronomici. Stavolta in versione “mobile”, anzi, “automotive”. Occhi puntati sul semaforo in attesa che scatti il verde ma… un interessante cartello distrae anche l’automobilista piu’ attento:

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Buongiorno, vorrei un metro di pizza…

… eccolo: buon appetito!

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Molto diffusa in tutta Roma, la pizza alla pala e’, per cosi’ dire, la versione rustica della “pizza al taglio”. Infornata e sfornata su una lunga pala di legno, puo’ essere preparata con un solo gusto oppure, su richiesta del cliente, con diversi gusti (in questo caso fulghi, fiori di zucca e alici, prosciutto cotto e melanzane). Se il pizzaiolo e’ bravo (impasto buono e non troppo unto), la pizza alla pala e’ una vera delizia!

Don Beta

Contrariamente a quando potrebbe sembra, questo post non parla di software (e, dunque, di versioni Beta) ma racconta una squisita avventura gastronomica che si e’ svolta a Volterra nel ristorante Don Beta.

Situato in una delle vie principali del centro storico della cittadina toscana, Don Beta e’ un grazioso locale molto accogliente e dall’aspetto familiare. La nostra fortuna quando siamo arrivati e’ stata essere piuttosto numerosi e trovare il locale pieno: per questo motivo siamo stati ospitati in una specie di saletta privata, chiamata “il sollazzo”. MERAVIGLIOSO! Il posto ideale dove poter chiacchierare in santa pace e gustare le bonta’ del locale. Ma veniamo proprio ai piatti succulenti che ci hanno offerto.

L’antipasto apre le danze con un assaggio di bruschette al salame spalmabile, alla salsa rossa di porcini, al pate’ d’anatra insieme ai classici gusti olio e aglio oppure olio e pomodoro.

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Si prosegue con salumi vari, pate’ d’anatra (tenuto in caldo da una piccola candela…) e formaggio e miele deliziosi:

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Il pate’ era davvero buono, saporito ma non invadente sul palato. Insieme agli antipasti, dell’ottimo pane ci ha fatto compagnia in attesa della pasta. Il primo scelto all’unanimita’ e’ stato un gustoso piatto di ciondoli alle noci:

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Ottimo piatto, forse troppo intenso il sapore del burro, ma direi che merita di essere assaggiato. Siamo dunque ai secondi, dei quali vi segnalo le scaloppine ai funghi:

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e la spettacolare tagliata al rosmarino:

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squisita e delicata, ma soprattutto esaltata nel gusto da un olio delizioso come base. Il dolce e’ stato mangiato in una pasticceria la’ vicino, ma Don Beta proponeva una buona scelta di dessert. Volterra promossa a pieni voti! Sulle vie del centro c’era solo l’imbarazzo della scelta del ristorante, compresi quelli specializzati in cacciagione (con interi menu’ a base di cinghiale!).

I piatti sono semplici da riprodurre, anche se certi ingredienti (come il salame di cinta senese) dovrebbe essere reperito sul posto…

Alla prossima.

Gnaccheragatti

Variante marchigiana degli strozzapreti, gli gnaccheragatti sono una pasta fresca gustosa che abbiamo mangiato a Jesi, al ristorante “Tana Liberi Tutti”. Nella variante “due sapori”, gli gnaccheragatti vengono serviti con pesto, pomodorini freschi e abbondante presenza di cozze. La vista e’ certamente notevole:

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Un po’ pesante da digerire, forse per la presenza del pesto, ma molto saporito all’assaggio. “Tana Liberi Tutti” e’ deliziosamente allestito nei locali di un vecchio magazzino, dove i creatori di questo ristorante giocavano, appunto, a “tana liberi tutti”!

Lo Scifetto…

… e’ un piccolo piatto di legno, in cui si serve la pasta fresca. Una pietanza squisita su un piatto caratteristico e’ un delirio per gli occhi e il palato! Al Grottino di Tivoli gli scifetti sono ricchi di tagliatelle ai porcini, cannelloni, ravioloni e amatriciana:

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Questo piatto da solo merita la trasferta a Tivoli!