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Divina Commedia su iPhone e Android: statistiche 2009


(Il titolo di questo post doveva essere “Android Market: DEVE cambiare qualcosa”, ma poi ho deciso di cambiare…)

Vorrei condividere su questo blog alcuni numeri circa la distribuzione di una mia applicazione su App Store di iPhone e sull’Android Market. L’applicazione in questione e’ l’ebook della Divina Commedia dantesca; applicazione semplicissima, gratuita, senza alcuna pretesa di rubare la scena agli e-book reader seri, dotati di ricerca fulltext, motori di rendering di maggiore qualita’, con ricche collezioni di testi e decine di opzioni. La “mia” (si fa per dire!) Divina Commedia, oltre che un’omaggio alla nostra letteratura, voleva essere un’esca, per cosi’ dire, per tastare il polso dei due application store, per capire se la stessa applicazione distribuita sui due canali poteva avere risultati comparabili.

Ovviamente il paragone e’ improprio, visto che gli iPhone/iPod Touch in circolazione sono molti di piu’ dei terminali Android. Ovvero, fatto 100 su iPhone non possiamo aspettarci altrettanto su Android. L’ultimo report di Gartner Group (http://www.gartner.com/it/page.jsp?id=1224645) dice che gli iPhone hanno raggiunto la quota del 17% del mercato degli smartphone (ancora dominato da Nokia e RIM, anche se mi sembra assurdo poter mettere nello stesso settore un N97 e un iPhone… ma questo e’ un altro discorso), mentre Android (cross manufacturer, ovviamente) per ora si ferma al 3.5%. Probabilmente, con l’arrivo del Milestone e una maggiore diffusione dei terminali Android, possiamo ragionevolmente pensare che questo valore possa essere salito al 5%. Non credo che il Nexus possa essere un terminale significativo, per ora.

Mi aspetto che la Divina Commedia sia scaricata soprattutto in Italia; ma mentre il pannello di amministrazione dell’App Store consente di conoscere la distribuzione per nazione delle applicazioni vendute (e, dunque, ho potuto verificare che l’Italia assorbe il 90% dell’installato della Divina Commedia), l’Android Market fornisce una vista complessiva (forse la cosa cambia per le applicazioni a pagamento, ma avendo pubblicato solo applicazioni gratuite non so dare info in merito), dunque posso fare solo delle ipotesi in merito.

Dubito che molti utenti scarichino la Divina Commedia per leggersela tutto d’un fiato: qualcuno lo fa per rileggere un verso famoso (magari solo la prima terzina!), qualcun altro per rileggere un canto che l’ha emozionato, qualcuno per averla a portata di mano prima di un esame o interrogazione, qualcuno per semplice curiosita’. Tutti queste persone, su iPhone, sono TANTE persone.

Veniamo ai numeri:

DivinaCommedia_Android_vs_iPhone_small

La Divina Commedia su Android ha totalizzato finora, ad un anno dalla pubblicazione sull’Android Market, poco piu’ di 3000 download.

La Divina Commedia su iPhone, pubblicata a fine Agosto 2008, continua a totale come minimo piu’ di 3000 download OGNI MESE, ma la media e’ ben oltre 5000 download al mese. Ci sono dei vistosi picchi alcuni mesi, per cui possiamo parlare di oltre 80000 download ogni anno. Quasi 20 volte i download fatti su Android. Supponendo che il mercato estero sia ragionevolmente trascurabile e che gli utenti Android abbiano la stessa curiosita’ degli utenti iPhone (non voglio pensare che questi ultimi siano esasperatamente propensi alla letteratura) significa che Android esprime un potenziale di 1/20 1/4 rispetto ad iPhone sulla stessa semplice, banale applicazione di e-book. Le applicazioni dimostrative della libreria Bluetooth per Android (Bluetooth Samples e Bluetooth Counter) hanno fatto numeri ben piu’ importanti, ma suppongo che il motivo sia che l’interesse per il tema (Bluetooth) non e’ limitato alla sola Italia ma, verosimilmente, anche al resto del mondo. Questo ovviamente ha senso se ipotizziamo diffusione dei terminali equivalente. Ma non e’ cosi’. Meno terminali e meno propensione al download si trasformano in un rapporto 1/20 tra Android e iPhone, il che rende molto doloroso affrontare lo sviluppo sulla piattaforma di Google (grazie Zip per le note).

E’ evidente che c’e’ qualcosa che non va nell’Android Market, sia per gli utenti che per gli sviluppatori. Come publisher, infatti, sono abbastanza seccato dall’impossibilita’ di avere un dettaglio per country oppure le statistiche mensili e non il dato cumulativo. Dopo un anno di esperienza, questi sono, secondo me, i principali limiti dell’Android Market:

1) la descrizione dell’applicazione e’ troppo breve: manca materialmente lo spazio per spiegare bene il funzionamento dell’applicazione, i suoi obiettivi, eventualmente anche i suoi limiti (ad esempio, la non compatibilita’ con un certo terminale o una certa versione di software);

2) pur essendo stata introdotta la possibilita’ di includere gli snapshot dell’applicazione, questi possono essere ZERO o DUE. Non e’ possibile mettere un solo snapshot o piu’ di due: mi sembra ridicolo;

3) chi pubblica una applicazione non ha la possibilita’ di vedere le statistiche di distribuzione aggregate per nazione e per mese: si ha un totale che, al massimo, puo’ essere gestito manualmente dal vendor che dovrebbe annotarsi mese per mese il totale e poi fare farsi la sottrazione di volta in volta per conoscere le statistiche mensili. Anche questo mi sembra una limitazione incomprensibile;

4) non esiste un posto sul web dove consultare il catalogo dell’Android Market (cosa, invece, possibile con iTunes su Windows e su Mac);

5) non e’ consentito segnalare una applicazione ad un amico direttamente dalla pagine di descrizione del market: si copia il nome su carta e si scrive un’email! 🙁

Credo che l’Android Market sia stato progettato, implementato e soprattutto MANTENUTO con una certa leggerezza.

Arriva Nexus e sorge qualche dubbio sulla strategia Google


Oggi e’ stato finalmente presentato il Nexus One, l’atteso terminale Android fortemente voluto da Google (e realizzato da HTC). Non entro nel merito del design (pare ottimo) e delle specifiche tecniche (di altissimo livello), ma vorrei condividere alcune riflessioni su questa nuova mossa di Google.

E’ innegabile che Android e’ ben lontano dal successo dell’iPhone, in termini di telefoni venduti (e dunque di utenti), di applicazioni disponibili, di applicazioni scaricate, di collocazione quale oggetto cool del momento. Figo quanto si vuole, ma Android e’ ancora il secondo. Non e’ ancora il piu’ bello del reame. Il lavoro fatto da Google e dai manufacturer e’ notevole, senza dubbio non e’ facile armonizzare tutto questo. Ma questa corsa forsennata all’aggiornamento, alla novita’ a tutti i costi, sta producendo un’obsolescenza che non ho mai visto nell’hardware.

Si, bisogna parlare di obsolescenza dell’hardware, visto che l’inerzia dei produttori ad aggiornare i firmware dei terminali gia’ in commercio sta diventando immobilismo e rende i telefoni di pochi mesi fa inevitabilmente vecchi (poiche’ non aggiornabili nel software).

E cosi’, l’arrivo di Donut (settembre 2009), poi di Eclair (prima l’SDK poi il Motorola Droid/Milestone), poi l’aggiornamentino di dicembre (2.0.1) e ora Android 2.1 sul Nexux One lascia una scia di terminali “morti” che l’utente non vedra’ aggiornati e che, dunque, scoraggeranno l’adozione di Android come piattaforma affidabile e di valore.

Procediamo per ordine. Sono stato uno dei primi ad acquistare un T-Mobile G1, preso unlocked rispetto alla SIM (ma senza accesso di root). Partito dalla versione 1.0 di Android, dopo qualche settimana ho ricevuto l’aggiornamento alla 1.1. Poi e’ arrivato l’aggiornamento a Cupcake (1.5) e infine, malgrado voci piuttosto pessimiste, e’ arrivato anche l’aggiornamento a Donut (1.6). Da mio punto di vista di utente, non di sviluppatore, il G1 e’ un buon acquisto: il terminale si aggiorna man mano che arriva nuovo software. Il gioco s’e’ interrotto con Eclair: l’aggiornamento per la 2.0 non e’ mai arrivato e forse non ci sara’ mai, per questioni di memoria. Ok, puo’ starci. E’ il prezzo che deve pagare un early adopter.

Pare, pero’, che ci sia chi sta peggio:

  • Gli HTC Hero, venduti con firmware 1.5, non saranno aggiornati alla 1.6 ma alla 2.0. Nessuno ha ancora visto questi aggiornamenti, ma nel frattempo sono uscite le versioni 2.0.1 e 2.1
  • Gli ottimi Samsung Galaxy sono venduti con firmware 1.5, non e’ stato annunciato alcun aggiornamento alle versioni successive
  • Il recentissimo Motorola Dext non vedra’ l’aggiornamento alla 2.0
  • Il Motorola Milestone (perlomeno il mio) e’ ancora alla 2.0, nessun segnale della 2.0.1
  • Lo Huawei U8220 e’ nato con la 1.5 e morira’ cosi’
  • L’Archos 5 Internet Tablet s’e’ attorcigliato sui bug della 1.5

Insomma, c’e’ un mondo a due velocita’: un mare di terminali fermi alla 1.x (compresi Zii EGG e GeeksPhone, oggetti ancora in beta e gia’ obsoleti) e qualcuno che compie la fuga alla 2.0.

Dopo il lancio del Motorola Droid/Milestone aveva davvero senso presentare gia’ la 2.1 sul Nexus One che rende obsoleto il terminale Motorola? Il Droid/Milestone doveva essere il capofila della nuova major release, che pian piano avrebbe dovuto equipaggiare i terminali precedenti. Invece a poco piu’ di un mese dal lancio si ritrova ad essere nuovo inseguitore. Mi chiedo se Motorola non stia per ricevere la batosta 2.0.

Chi ci guadagna in tutto questo?

A mio avviso nessuno.

La clientela e’ inevitabilmente confusa, i manufacturer sono costretti ad aggiornamenti che hanno del ridicolo (in 4 mesi 1.5 -> 1.6 -> 2.0 -> 2.0.1 -> 2.1) e sembra proprio non riescano a tenere il passo, gli sviluppatori devono districarsi tra compatibilita’ e retrocompatibilita’.

A chi mi chiede un consiglio su quale terminale Android acquistare non so piu’ cosa rispondere. A settembre dicevo l’HTC Hero, ma mi sono sbagliato perche’ e’ rimasto fermo alla 1.5. A ottobre parlavo del Droid. A dicembre suggerivo di aspettare il Nexus One. Ma tutto questo e’ assurdo!

Ho l’impressione che Google abbia confuso il mobile computing con il web: fare il reload di una pagina e’ un click, fare un replacement di un firmware (da sviluppare, da testare, da distribuire) e’ ben altra cosa.

Non vorrei tutto questo fosse preambolo di una vaporizzazione in stile Java Micro Edition…

Natale molto Android, ma non abbastanza


Questo e’ stato certamente l’anno di Android: dopo il lancio dell’SDK a fine 2007 e del primo terminale (il T-Mobile G1) a fine ottobre 2008, il 2009 ha visto la diffusione dei terminali Android in diverse nazioni, oltre che la progressiva evoluzione del sistema operativo (partendo da Cupcake 1.5, per giungere alla 1.6 Donut e alla recentissima Eclair 2.0, gia’ aggiornata alla 2.0.1).

Durante quest’anno si sono susseguiti tanti annunci di dispositivi, c’e’ stata tanta attesa per (si diceva) quei 20 device in vendita entro l’anno. In realta’ i terminali effettivamente disponibili sono molti meno. Forse (e dico forse) sono effettivamente 20, ma ogni country ne ha a disposizione un sottoinsieme, per cui ciascun mercato “percepisce” meno di dieci terminali reali.

La piu’ concreta e’ HTC, con i suoi Dream, Magic, Hero e Tattoo. In Italia il primo e’ venduto (e mai aggiornato) solo da TIM, il secondo da TIM e Vodafone, l’Hero e’ fuori dai canali di vendita degli operatori (io non l’ho mai visto in un negozio, ma sempre e solo venduto online), il Tattoo e’ in vendita presso Wind e Fastweb (ma e’ davvero la scelta piu’ triste per un terminale Android). Sono 4 device.

Samsung segue con il Galaxy i7500 e il Galaxy Lite i5700, entrambi ottimi device ma purtroppo ancora in attesa dell’aggiornamento del sistema operativo. Il display del Galaxy resta ancora ineguagliato per qualita’ dei colori e luminosita’. Entrambi sono disponibili presso i canali di vendita Wind (e, credo, anche presso il mercato della grande distribuzione). Sono 2 device.

Acer ha appena rilasciato l’A1 Liquid, appena avvistato in alcuni centri commerciali. 1 device.

Il Motorola Milestone (ricordiamolo: primo terminale con Android 2.0) e’ venduto da qualche online store e nella catena di vendita di Wind. 1 device.

Vi e’ poi l’Archos 5 Internet Tablet, che pero’ paga qualche bug nel firmware e sopratutto la totale mancanza delle Google Apps (Maps, Gmail), tra cui il Market, che rende questo device monco. 1 device.

I presenti sono dunque 9 device.

Proviamo ad elencare gli assenti. Sony-Ericsson ha presentato l’Xperia X10, ma ancora non e’ disponibile. Il Motorola DEXT non e’ distribuito in Italia. Lo Huawei U8220 (T-Mobile Pulse) non e’ distribuito in Italia. Lo Zii EGG e’ ancora allo stato prototipale, l’ultimo firmware 1.6 rilasciato da ZiiLabs e’ ancora instabile e privo di diverse funzionalita’. Il Geeksphone non vedra’ la luce prima della fine dell’anno o forse all’inizio del prossimo anno. Il Samsung Moment non e’ mai apparso in Europa, visto che per ora e’ prodotto solo con radio CDMA. Contiamo 6 device.

9 presenti (qualcuno con difficolta’), 6 assenti.

Ad ogni modo, nei giorni scorsi sono passato di sfuggita in un grosso centro commerciale e, per curiosita’, ho provato a vedere qual’era la presenza Android tra gli scaffali. E devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso. Ho trovato HTC Dream (venduto come… occasione!), Magic e Tattoo, Samsung Galaxy (pero’ esaurito) e l’Acer A1 Liquid (pensare che neppure il sito ufficiale di Acer Italia lo elenca tra i prodotti!). Non male, direi! 5 su 9! Questi i prezzi:

HTC Dream

HTC Dream

HTC Magic

HTC Magic

HTC Tattoo

HTC Tattoo

Acer A1 Liquid

Acer A1 Liquid

Sino a due mesi fa se ne trovava solo uno… Ma quattro (o cinque che siano) terminali sono troppo pochi perche’, soprattutto in un periodo “caldo” come Natale, la clientela possa ritenere interessante questa piattaforma. Piu’ di tutto, credo che sia assurdo che i due terminali piu’ ambiti sul mercato (Hero e Milestone) non ci siano.

Secondo me per spingere su Android, la grande distribuzione (o, in generale, i negozi di telefonia non legati ad un operatore) dovrebbe organizzare uno spazio espositivo “tutto Android”, dove mettere i terminali di tutte le marche. Ovvero, comunicare chiaramente alla clientela che in quello spazio c’e’ qualcosa di nuovo, c’e’ Android. Avere Android polverizzato in una divisione per brand o per fasce di prezzo non fa che annullare gli sforzi di tutti per rendere questa piattaforma interessante per il pubblico. Laddove Google non puo’ avere l’appeal di Apple (che bel gioco di parole!), ecco che la distribuzione puo’ avere un ruolo fondamentale.

Speriamo che il 2010 sia l’anno giusto affinche’ gli investimenti di tutti su Android vengano adeguatamente ricompensati.