In un’epoca in cui tutto e’ reato (o quasi, dipende da chi lo commette), sono felice di aver conosciuto Napster, iMesh e altri gingilli simili quando ancora nessuno sapeva a cosa servissero. Non sono mai stato grande sharer ne’ grande downloader, piu’ per pigrizia che per rettitudine morale. In fondo sono sempre stato convinto che fosse davvero bello poter dire: “ehi, te la ricordi quella canzone? si si… aspetta, ora la cerco…” e via ad ascoltarla per una sera. Poi il fenomeno e’ diventato di massa, Napstep e’ stato messo al forno. Poi sono arrivati Kazaa, Gnutella, i vari muli… e poi le major… e poi i controlli… poi la legge Urbani… poi le manette per molta gente… Il vero peccato non e’ non poter scaricare gli hit di Sanremo 2007, ma piuttosto non poter piu’ trovare quei brani introvabili neppure a pagarli oro. Ci sono pezzi che non sono piu’ in commercio (perche’ non e’ conveniente metterli in vendita) e che solo pochi appassionati conservano. Senza condivisione queste opere sono perse: chi le vuole non puo’ acquistarle, chi le ha non puo’ darle ad altri.
Qualcosa sembra stia per cambiare…
Copio e incollo dal blog del caro Marco “Gundam” Cogoni parte di un interessante articolo:
Qualche giorno fa una Commissione della Comunità Europea ha approvato a larghissima maggioranza (23-3) una proposta di legge che rende pienamente legittimo il file sharing di contenuti coperti da diritto d’autore purché questa attività non produca un guadagno illecito. Quindi se ciò che scarico resta in famiglia per il mio uso personale non ho nulla da temere.
Mi sembra una cosa giusta, come ai tempi in cui ci si prestava una cassetta registrata da Sandro Murru al K2… che tempi… che tempi…