Thanks to my dear friend Fabrizio, now I have the SunSpot in my hands! ๐
SunSpot is experimental technology developed by Sun Labs. The SPOT (Small Programmable Object Technology) provides small JavaME-enabled boxes, equipped with radio, sensors, battery… This is one of the modules:
Each SunSpot is impressively small. Look at it compared to the Palm Tungsten E2:
This is only the beginning: stay tuned for updates! ๐
Inviiiiiiiiiiidia!!
Sono sicuro che ne farai buon uso… ๐
Spettacolo! Quando lo scorso anno alla Java Conference ne ho visto la presentazione ho subito pensato di prenderlo. Poi ho visto il costo…al momento troppo alto e non giustificabile nel voce “studio e sperimentazione”… almeno per ora… ๐
Ragazzi, si puo’ fare come si faceva da bambini: alle 15:00 tutti a casa a giocare con SunSPOT, mamma ci prepara la torta e il frappe’ ๐
Il mio tesssssorooooooo ๐
Cerca di non postare troppe info/esperimenti su quell’oggetto, altrimenti devo aprire il mio portafoglio ๐
Troppo tardi, il secondo articolo e’ in arrivo… ๐
Vediamo cosa diceva Sun nel 1999 (testo disponibile in http://java.sun.com/developer/technicalArticles/jini/JiniVision/jiniology.html)
Jini: A Software Infrastructure for the Hardware Revolution
The first talk about Jini technology I ever heard was given by Jim Waldo, Sun’s enthusiastic chief Jini architect, at a Java users group meeting in New York last December. Waldo started his talk by claiming that Jini was not an attempt to wrap existing operating systems, but was an attempt to “change fundamentally the architecture of computing systems
Oggi si chiama Internet of Things. Vabbe’ ma come lo dobbiamo considerare? Un secondo tentativo?
Davide, hai proprio ragione. Effettivamente quando si inizio a lavorare su Jini si pensava proprio a tanti oggetti fisici “spontaneamente” connessi tra loro. Quando apparve J2ME (2001) subito si cerco’ di crearne delle interfacce per Jini (e lo stesso apparve per JXTA). Il problema e’ che tutte queste tecnologie software sono arrivate molto prima che l’hardware fosse pronto (ed economicamente “raggiungibile”). CPU sufficientemente potenti (e parsimoniose in termini di consumi energetici), RAM e Flash economiche, sensoristica di facile reperimento, VM machine (e librerie) stabili e ottimizzate compaiono solo ora. Il “pervasive”, l'”ubiquitous” di cui parlavamo anni fa, amico mio, forse possono nascere adesso. Il problema del costo rimane: oggetti come il Siemens XT65 o gli stessi SunSPOT sono ancora acerbi per una introduzione di massa (la vera Internet of Things). Pero’ sono reali, concreti, tangibili e funzionanti per iniziare sperimentazione reale e cominciare a pensare scenari futuribili. E’ come se fossimo agli albori del Web, con i modem a 28K e abbonamenti da 300.000 lire all’anno: bisogna crederci e lavorarci subito! Spero avremo occasione di farlo assieme, come alcuni anni fa…