Scienziati di ventura

Ci sono libri che fanno pensare, libri che fanno sognare, libri che fanno arrabbiare, libri che lasciano indifferenti. Alla prima categoria appartiene il lavoro di Andrea Mameli e Mauro Scanu, che hanno recentemente pubblicato “Scienziati di ventura – Storie di cervelli erranti tra la Sardegna e il mondo”, edito dalla Cuec di Cagliari. Questo libro racconta l’emigrazione dei ricercatori sardi dalla loro terra, il loro viaggio per trovare una occupazione stabile e il loro sguardo sempre puntato all’isola.

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Costruito su una corposa serie di interviste a importanti scienziati sardi sparsi per il mondo, lo scritto di Andrea e Mauro offre una immagine, ahime’, dolorosa della Sardegna. La conclusione a cui molti dei protagonisti giungono e’ che tornare in Sardegna significherebbe far cessare le attivita’ di ricerca o, peggio ancora, tornare a misere logiche di potere che affliggono il sistema Italia in diversi settori. E’ libro appassionato e appassionante, dove gli autori sono discreti ascoltatori delle testimonianze a volte sofferte degli emigrati, che guardano all’isola con malinconia per cio’ che hanno lasciato e timore per cio’ che non hanno mai trovato.

Il libro continua il cammino di studio di Andrea e Mauro sul blog http://scienziatidiventura.blogspot.com/, arricchito di nuovi contributi e approfondimenti.

7 pensieri su “Scienziati di ventura

  1. Andrea Mameli

    Grazie. Purtroppo mutando il campione l’effetto non cambia. Nel senso che se avessimo raccolto testimonianze di giovani “emigrati intellettuali” provenienti da altre regioni italiane credo che il contenuto del libro non sarebbe variato. Il problema (o l’opportunità, a seconda dei punti di vista) è la fuga dei cervelli italiani, in senso assoluto. Speriamo, d’intesa con gli amici dell’associazione dottori di ricerca, di (ri)sollevare il velo pietoso (che proprio l’Adi fu la prima a sollevare).
    Andrea Mameli, coautore.

  2. Michele Saba

    Salve,
    fa piacere che le storie di giovani sardi diventino interessanti per il pubblico, che si pubblicizzi l’utilita’ di alcune professioni specialistiche per la societa’. Proprio percio’ vorrei correggere il sapore amaro e melanconico della recenzione permettere l’accento su qualche aspetto positivo del libro di Scano e Mameli: partire dalle lamentele e capire i limiti enormi delle attivita’ intellettuali in Sardegna va benissimo, ma va ancora meglio se serve ad indicare una strada per migliorare la nostra condizione. Grazie a queste iniziative possiamo iniziare a promuovere il valore delle nostre persone. Il libro e’ una sana presa di coscienza: una tradizione di eccellenza si costruisce nei secoli e noi siamo indietro; invece che piangere su cio’ che potrebbere essere ma non e’, iniziamo a camminare spediti nella direzione giusta, votiamo dieci, cento, mille Gianluigi Gessa come nostri rappresentanti, disponiamoci a sacrifici per l’istruzione dei nostri figli, rendiamo pubblica l’importanza della ricerca. Forza e coraggio.

  3. Lello

    A proposito di libri, Stefano volevo indicarti, casomani non lo conoscessi, il libro di Carlo Gubitosa dal titolo: Hacker scienziati e pionieri edito da Stampa Alternativa. Un racconto molto interssante e, dal punto di vista storico, anche innovativo che ho appena finito di leggere. Incentrato sulla storia delle nuove tecnologie e anche di alcune vecchie che ormai abbiamo assimilato quasi come parte del nostro DNA.
    Per il libro di Mameli-Scanu, penso che lo cercherò quanto prima.
    Saluti!
    Antonello

  4. Gianfranco Meloni

    Libri come quello di Mameli e Scanu, nonché blog come questo e come tanti altri, nati in Sardegna, provano l’esistenza e l’attivismo di una forte coscienza critica, esercitata anche sulla politica nazionale e regionale della ricerca, soprattutto tra i giovani.
    La vigilanza sociale, che richiede lo sforzo di tutti ma soprattutto degli “intellettuali”, è una garanzia per l’affermazione della giustizia.
    Forse possiamo coltivare ancora molte speranze sulla futura “densità di cervelli” nella nostra Isola, basta non chiudere gli occhi… e possibilmente usarli molto per leggere!

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